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Messaggio per il Santo Natale 2020

 
Arcidiocesi di Matera-Irsina
Messaggio per il Santo Natale di Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo (allegato).
 
Carissimi, 
 
nel periodo invernale i nostri bravi contadini, da sempre, tagliano i tralci raccogliendoli in fasci per poi bruciarli. Nel nostro Sud avviene prima che al Centro/Nord. La potatura serve e va fatta seguendo regole ben precise affinché la vite, anche se sul momento sembra piangere (così dicono i vignaioli), possa portare frutti al momento opportuno. 
 
La vigna è una delle immagini care a Gesù. Indica la Chiesa. 
 
Si avvicina il Santo Natale di Gesù e anche noi, come le viti, metaforicamente siamo stati potati. Sono stati tolti tutti i sarmenti, lasciando ogni vite distanziata dall’altra, spoglia, nella paura, nel dolore, nel pianto, ma pronta a germogliare dopo l’inverno e portare frutti migliori di prima. Questa vigna fino a qualche mese prima era bella a vedersi: stesa con i suoi sarmenti lungo i filari, le foglie verdi e i grappoli d’uva. 
 
Il ritmo della nostra vita è cambiato. Ci sentiamo, a causa delle restrizioni imposte per la pandemia, spogliati: i sarmenti della nostra libertà, dello stare insieme, dell’abbracciarci, darci la mano, persino sorridere sono stati…potati. Il desiderio di ritornare con tralci nuovi che si intreccino in un unico abbraccio lungo i filari delle strade e delle nostre case, mostrando il sorriso di grappoli belli e gustosi, è immenso. 
 
Lo avvertiamo in particolare in prossimità della celebrazione del S. Natale di Gesù! E’ per tutti una novità! La stessa celebrazione della veglia, abituati a viverla nel cuore della notte, è anticipata. Tutto questo non annulla il mistero dell’incarnazione: quest’anno lo meditiamo sicuramente nella sua vera essenza. Dio si è fatto carne e per stare in mezzo a noi si è svuotato della sua divinità, spogliandosi per ricomporre la distanza tra il cielo e la terra. Gesù, Parola fattasi carne, ci chiede di adorarlo, accompagnato dal tradizionale canto, cogliendone la terrena umanità, “al freddo e al gelo”. Nella fredda e spoglia capanna ci rivestiamo del calore, della ricchezza, della luce che splende nelle tenebre del momento presente. 
 
Ho invitato i confratelli sacerdoti a programmare le campane per farle suonare contemporaneamente a mezzanotte. Le famiglie, nelle vostre case, potreste vivere un momento di preghiera (vi manderò lo schema) e in processione portare il Bambinello Gesù per porlo nel presepe o sotto l’albero. 
 
Gesù nasce nel freddo impregnato di dolore di tante famiglie che sperimentano la sofferenza della malattia o della perdita di una persona cara; nella solitudine di chi è costretto a rimanere in quarantena o nelle case di riposo senza poter ricevere una visita, un sorriso, una stretta di mano; nel buio di cuori smarriti per la paura del futuro perché hanno perso il lavoro o chiuso l’attività commerciale; nel coraggio, non senza paura, di medici, infermieri, farmacisti che con amore continuano a lottare per non consegnare a sorella morte tanti fratelli e sorelle; nei tanti volontari Caritas e non che, su tutto il territorio, sono quotidianamente pronti a venire incontro alle vecchie e nuove povertà che questa pandemia ha notevolmente accentuato, seminando amore e raccogliendo germogli di gratitudine. 
 
Attualissimo mi sembra il pensiero del grande vescovo Don Tonino Bello: «Il Natale di quest'anno ci farà trovare Gesù e, con lui, la festa di vivere, il gusto dell'essenziale, il sapore delle cose semplici, la fontana della pace, la gioia del dialogo, lo stupore della vera libertà»
 
Si, nasce Gesù nella nostra vita! Lo accogliamo con lo stesso amore di Maria e Giuseppe, di ogni mamma e papà che accolgono una nuova vita illuminando con il sorriso i propri occhi, incantati e commossi. 
 
Questo è il vero presepe di cui vi parlavo nella lettera di Avvento in preparazione al Natale. Si, questo è il vero presepe, fatto di storie nostre, di oggi, dove volti e personaggi sono attuali non quelli di ieri: ognuno con la sua storia, i suoi drammi, le sue gioie, le proprie ricchezze e miserie. 
 
A tutti voi, carissimi bambini, ragazzi, giovani, adulti, anziani auguro di vivere pienamente il mistero del Natale di Gesù. Vorrei stringervi tutti ed abbracciarvi ma…solo virtualmente, mentre vi benedico realmente.
 
S. Natale a tutti. 
Don Pino
 
 

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