La cripta

Attigua al Santuario, alla cripta si accede dal sagrato o dalla navata della chiesa superiore, scendendo alcuni scalini che ci riportano indietro nel tempo a quella "civiltà rupestre" che ha scavato e poi abitato le gravine e le lame di Laterza fin dai tempi più antichi.

Modellata nella roccia, secondo il canone della "architettura in negativo", la cripta di Santa Domenica o Santa Ciriaca (in greco) è stata ristrutturata nel 1912 con pilastri e archi a tutto sesto in carparo, su progetto dell'ingegnere Domenico Oronzo Galli, ad eccezione delle volte sovrastante l'altare con la miracolosa icona della Mater Domini,  quello di San Girolamo e quello delle anime purganti, che conservano ancora l'aspetto originario . L'antica intitolazione della chiesetta fu mutata  nel 1650, in seguito agli avvenimenti legati alla apparizione.

La chiesa, a tre navate, presenta tre altari: uno eretto davanti all'immagine della Mater Domini; l'altro davanti all'affresco dell'incoronazione della Vergine, con le anime del Purgatorio, San Giuseppe (?) e San Giovanni Battista; l'altro ai piedi dell'immagine di san Girolamo in penitenza.

Veri tesori d'arte, muti testimoni della religiosità rappresentata nei moduli dell'arte sacra bizantina, sono i due preziosi affreschi della Mater Domini e di Santa Ciriaca. Quest'ultima è riprodotta a figura intera (1,20 metri circa di altezza e 70 centimetri di larghezza), su sfondo azzurro nella parte superiore e marrone nella parte inferiore. In posizione orante, con i palmi delle mani rivolte a chi guarda e le dita affusolate; il volto è allungato, il naso presenta il dorso lungo e stretto, gli occhi sono ovali, le sopracciglia arcuate, le labbra strette e chiuse. In alto a destra, un'iscrizione riporta il nome della santa, mentre in basso si legge in nome del committente, un certo Tito. Anonimo rimane, invece, l'autore dell'affresco.

Di epoca recente gli affreschi che formano il restante corredo iconografico della chiesa: fu il pittore romano Giuseppe Ciotti a realizzarli durante la seconda guerra mondiale, quando fu mandato a Laterza in confino. Sono suoi anche i disegni delle vetrate, realizzate dai vetrai Guarenti e Alessandri.

Pregevoli poi le mattonelle in ceramica che si possono vedere all'ingresso della cripta: sulla sinistra San Pietro e Paolo, a destra l'Immacolata. Entrambe sono state realizzate nel 1980 dal prof. Vincenzo Passarelli, come riproduzioni di quelle originali trafugate.

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