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Grazie Madiba!

Sono queste le parole con cui il Direttore di Nigrizia chiude il suo saluto..... al Presidente Sudafricano Nelson Mandela, morto il 5 dicembre 2013.

Sulla figura di questo grande personaggio della storia dei nostri tempi, che tanto si è battuto e ha dato alla causa dei diritti umani, dei diritti di uguaglianza, di libertà e di democrazia, riportiamo un significativo contributo – sempre tratto dalla rivista comboniana – offerto da chi ha avuto modo di conoscerlo direttamente.

«Si è spesso discusso sul vero volto di Mandela: quale uomo ci fosse dietro il presidente, quale persona dietro il politico, quale prigioniero dietro la persona. Basandomi sugli scritti degli amici più intimi e sulle lettere ai suoi cari e agli amici durante la prigionia, la mia opinione è che non c’è un altro uomo dietro la figura politica. C’è un solo Mandela: certo, un uomo complesso e dalle molte sfumature, ma che non cambia maschera in base alle esigenze di chi ha di fronte. Il carattere di Mandela può essere un puzzle composto di molti pezzi, storie, talenti. Ma tutti lo rappresentano. Gli eventi avrebbero potuto abbatterlo. Non ha avuto, invece, il timore di affrontarli. Nell’ex presidente troviamo molti elementi dell’essere umano, con evidenti contraddizioni comuni a molti: l’eroe della lotta per la liberazione, ma con matrimoni falliti alle spalle; un padre devoto, ma che ha trascurato la famiglia; un attivista innamorato della bellezza, della letteratura e dell’arte, ma anche un combattente dalle manieri rudi; un figlio della terra, il quale, tuttavia, si trova a suo agio nel caos cittadino; l’uomo del Nobel per la pace che nella sua vita non ha disdegnato di usare la violenza come strategia politica; un ragazzo povero che diventa prima avvocato, poi prigioniero famoso, quindi presidente amato, infine icona mondiale….

L’11 febbraio 1990 - giorno della sua liberazione - il sogno multiculturale divenne realtà. Una domenica pomeriggio tra 30mila persone in festa, l’uomo da sempre destinato a grandi cose, apparve al balcone del municipio di Città del Capo, dimostrando al mondo che 27 anni di prigionia non avevano cambiato il sogno di un mondo dove tutti sono liberi. Ecco quanto disse in quell’occasione: “Vi saluto in nome della pace, della democrazia e della libertà per tutti. Sono qui di fronte a voi non come un profeta ma come un umile servo della gente. I vostri eroici sacrifici hanno reso possibile la mia presenza qui, oggi. Lascio nelle vostre mani i restanti anni della mia vita. La nostra lotta ha raggiunto un punto cruciale. Le persone sono chiamate a cogliere l’opportunità di mettere in moto un processo rapido e continuo verso la democrazia. Abbiamo atteso troppo a lungo la libertà. Non possiamo aspettare ancora... Vedere la libertà all’orizzonte ci deve incoraggiare a raddoppiare gli sforzi. La nostra marcia verso la libertà è irreversibile. Non dobbiamo permettere alla paura di fermarci. Il suffragio universale in un Sudafrica democratico e senza leggi razziali è la sola via verso la pace e l’armonia tra le persone” ».

[Chris Ahrends, Prete Anglicano che vive ed esercita come psicoterapeuta a Città del Capo. È stato cappellano dell’arcivescovo Desmond Tutu e direttore del centro per la pace dedicato allo stesso. http://www.nigrizia.it/notizia/senza-maschera/notizie]

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